L’inizio di un nuovo anno porta con sé il tradizionale rituale dei buoni propositi. Milioni di persone colgono l’occasione per riflettere sui propri obiettivi e immaginare un futuro migliore. Tuttavia, dietro questa pratica apparentemente positiva si cela un’ambivalenza: se da un lato i buoni propositi possono essere una potente fonte di motivazione, dall’altro rischiano di generare in chi li immagina un senso di inadeguatezza e frustrazione.
Perché i Buoni Propositi Ci Stimolano al Cambiamento
I buoni propositi rappresentano un’opportunità per analizzare cosa desideriamo migliorare nella nostra vita.
Come sottolineato da Kelly, le persone orientano le proprie azioni in base alle aspettative che nutrono sul futuro. Per questo motivo, fissare obiettivi chiari e ben strutturati può diventare il filo conduttore di un percorso di trasformazione personale. Stabilire mete concrete ci permette di sentirci più padroni del nostro destino, alimentando una mentalità proattiva e ottimistica.
Inoltre, l’inizio di un nuovo anno rappresenta un contesto simbolico ideale per il cambiamento: è un momento che suggerisce un “nuovo inizio”, capace di generare entusiasmo e determinazione.
Il ruolo simbolico del nuovo anno
L’inizio di un nuovo anno è una cornice perfetta per il cambiamento: è come un “nuovo inizio” che infonde energia e determinazione. Questo momento ci spinge a immaginare una versione migliore di noi stessi e a stabilire traguardi che possono spaziare dal migliorare la salute fisica al raggiungere obiettivi professionali o personali.
Il Peso dell'Inadeguatezza: Quando i Propositi Diventano Stressanti
Tuttavia, i buoni propositi possono trasformarsi rapidamente in un’arma a doppio taglio.
Molti obiettivi vengono fissati sotto l’influenza di standard o pressioni sociali, che portano a sentirsi inadeguati se non si riesce a rispettarli.
Sentirsi inadeguati rispetto alle proprie scelte e le proprie anticipazioni diventa pesante.
Ad esempio vivere come un fallimento non mantenere uno dei propositi, come andare in palestra regolarmente, può alimentare un ciclo di autocritica e senso di colpa.
Come Rendere i Buoni Propositi Efficaci e Sostenibili: Partire da Sè Stessi
Per rendere i buoni propositi strumenti utili e non un ulteriore fonte di stress potremmo partire dalla conoscenza e consapevolezza personale di chi siamo noi.
Gli obiettivi per alcuni di noi potrebbero essere specifici, misurabili, raggiungibili, rilevanti e temporizzabili (la cosiddetta metodologia SMART). Per altri di noi invece potrebbero essere più vaghi e più delle intenzioni, senza stare nel “sono o non sono riuscita a –”.
Inoltre, è importante accettare che il cambiamento richiede tempo e che spesso noi che siamo in questa spirale non ci accorgiamo dei nostri stessi passi.
Chiediamo a chi ci sta intorno di ricordarcelo e se ci vergognamo scriviamoci in note quando notiamo qualcosa che ci rende fiere di noi. Celebrando i piccoli progressi e provando tenerezza verso se stessi, i buoni propositi possono davvero rappresentare qualcosa che ci fa sentire in potenza.
Conclusione: Trasforma i Buoni Propositi in Opportunità di Crescita
I buoni propositi possono essere un valido strumento per riflettere su ciò che desideriamo e per avviare cambiamenti positivi nella nostra vita.
Tuttavia, è importante approcciarli con consapevolezza e flessibilità, evitando di trasformarli in una fonte di stress. Partendo da sé stessi, celebrando i piccoli progressi e accettando il tempo necessario per il cambiamento, possiamo rendere i nostri obiettivi un trampolino di lancio verso una versione migliore di noi.